I segreti sono storie anche loro, come tutte le altre, solo che passano per non esserlo. Insomma, sono storie di contrabbando. Non che siano meno vere di quelle palesi, quelle che raccontiamo a voce alta. La verità non c’entra, quello che c’entra è forse il peso: i segreti, per qualche ragione, pesano di più, e perciò la voce che li racconta non si alza quasi mai.
Saper custodire un segreto non significa seppellirlo, ma essere capaci di condividere assieme al contenuto che stiamo rivelando (ti dico una cosa), la sua natura confidenziale (però giura di non dirlo a nessuno): la storia e le istruzioni per usarla. Così che possa essere conosciuta e protetta.
Se un segreto non venisse mai raccontato non sarebbe più tale, diventerebbe oblio. Se, al tempo stesso, venisse condiviso con troppa leggerezza (senza le istruzioni), o se venisse messo al centro della nostre cose, diventerebbe storia nota e sparirebbe anche in quel caso. Bisogna invece saperlo tenere lì, equidistante dall’evidenza e dal silenzio, a margine delle nostre giornate.
Questo testo è stato ripreso dal libro “Storie Note”, uscito nel 2018. Altri tempi.