Questa maledetta moda della simmetria
Quando Dio ha fatto l'universo era ancora un principiante, e un po' si vede.
L’equilibrio costituisce una forma di bellezza, e questo lo sa bene chi deve disegnare o progettare cose. Alcuni però si fanno prendere la mano e ce ne mettono troppo, di equilibrio. Esagerano con l’equilibrio.
Dio, ad esempio, in uno dei suoi primi progetti - l’Universo - fu preso molto da questa moda delle proporzioni, della pienezza, della forma completa. Iniziò a mettere simmetria in qualche atomo, così per provare, e l’attimo dopo - letteralmente l’attimo dopo - tutto era simmetrico. Tipo quando provi la salsa di soia in cucina e ti accorgi che dà un tocco esotico, che funziona, che è particolare ma facile, e poi fai tutto con la salsa di soia, pure la pasta al pesto, o il tiramisù, tutto sa di salsa di soia, per l’eternità. Un atteggiamento un po’ da principianti, e in effetti Dio era un neofita in fatto di universi, diciamolo, stava iniziando allora, e si fece un po’ prendere dalla moda del momento. C’è da dire che con la simmetria ci è andata bene, pensa se si fissava che la chiave della bellezza era l'aerodinamica. Rischiosissimo.
Fortunatamente noi umani, frutto del design di quel tempo, possiamo farci vanto ancora oggi di un’estetica raffinatissima. Il nostro corpo appare completo, unico, finito, grazie ad una magica simmetria bilaterale, la stessa della maggior parte degli animali e delle foglie: fuori siamo belli al pari di una farfalla, di un merluzzo, di un quadrifoglio, di una sfera.
Che palle essere una sfera. La conformità, la corrispondenza, la regolarità. Magari sono cose funzionali, che sono servite per diventare fantastici come individui e come specie - avere due mani uguali al posto giusto, due occhi uguali, due ginocchia uguali, due piselli uguali, tutto di grande aiuto - però in fondo siamo anche altro, soprattutto in fondo.
Se fuori siamo stati disegnati alla moda, dentro è tutta un’altra storia: siamo molteplici, contraddittori, storti, asimmetrici, dispari. E mi riferisco proprio alle nostre viscere, prima ancora che al nostro animo: siamo una serie di organi messi dove c’era spazio. L'interior design ancora non era stato inventato. Siamo l’emisfero sinistro del cervello più grande del destro. Siamo un groviglio di vene e arterie. Siamo il fegato a destra, e soprattutto cuore e stomaco, un poco a sinistra. E poi siamo tantissimo intestino, praticamente ovunque. Dentro siamo liberi di sembrare brutti, pieni di sproporzioni, contrappesi e diversità. Dentro siamo disequilibrio, ma non lo diamo mai a vedere.