La presentazione del nuovissimo AI-Conflict
Questa settimana la fine del mondo ci viene gentilmente offerta da Hamas e Israele.
La fine del mondo è un settore che sta vivendo un periodo d’oro, e sono sempre più i progetti interessanti che concorrono per portarci all’estinzione.
È di questi giorni la notizia che il conflitto arabo israeliano si aggiorna e si ripropone nel suo ultimo modello. Si tratta di un aggiornamento sostanziale, non soltanto piccoli ritocchi di design: un’esperienza nuova e completamente ridisegnata, a tutti effetti una major release.
Ci troviamo di fronte ad una realtà che esiste da più di settant'anni e che è stata capace, forse come nessun'altra, di destabilizzare il mondo e di mettere in campo dinamiche ed episodi tra i più raccapriccianti che possiamo ricordare. Un progetto top in ambito apocalisse: dalla fine della seconda guerra mondiale il conflitto arabo-israeliano si è sempre imposto come una solida realtà nell’ambito della fine del mondo. Le varie intifada, l’atomica, gli schieramenti internazionali, gli ostaggi, le bombe, il Libano, l’Iran, gli USA, sono stati tutti elementi di una storia che è sempre stata ai vertici di questo settore. Anche se nel corso degli anni si è visto l’avvento fortunato di altri brand - come l’11 Settembre o il Covid - possiamo sicuramente affermare che il conflitto arabo-israeliano è riuscito a restare sempre tra le maggiori minacce alla sopravvivenza della civiltà umana per come la conosciamo.
Ma vediamo cosa è successo e cosa sta succedendo in questi giorni. Sabato mattina la presentazione a sorpresa: all’alba un grande intervento di guerrilla da parte di Hamas anticipa di qualche ora il keynote di Netanyahu, in cui finalmente viene svelato il nuovo e forse definitivo capitolo di questa grande saga: AI-Conflict.
AI-Conflict è il nuovo nome di un conflitto che è ormai diventata un classico. Un nome che punta certamente ad una sorta di rebranding, ma senza mettere da parte i valori del passato. “AI” ammicca evidentemente all’intelligenza artificiale, alla contemporaneità, ma in realtà dalle note di rilascio emerge che si tratta solo delle iniziali di Arabo-Israeliano.
Non si tratta solo di nomi comunque, qui siamo di fronte alla Storia, e quello che abbiamo visto fino a questo momento ci ha davvero sorpreso. Certo, molti commentatori ci tengono ad evidenziare che queste specifiche di terrorismo, torture, rapimenti, bombardamenti (in definitiva un estesissimo massacro di civili da ogni parte) non siano affatto una novità e che più volte si sono viste nel mondo, anche con maggiore efferatezza se è possibile. Pensiamo ai conflitti africani ad esempio, da sempre il benchmark per certe cose. Però qui le cose stanno diversamente, e pesano in modo completamente nuovo. Vedere questi dettagli, questa componentistica applicata in un progetto come quello di AI ha tutto un altro significato, per tre ragioni. Vediamole.
Prima di tutto per una ragione geopolitica. In Palestina insiste una possibilità di apocalisse generale che davvero pochi altri posti al mondo possono vantare (Taiwan?), e forse nessuno a questi livelli. E quando c’è di mezzo Israele basta una scorreggia per far precipitare tutto, altro che fosforo bianco (che pure è un ingrediente immancabile di questo conflitto).
In più questo modello gode di features esterne che, pur essendo ormai onnipresenti, vengono in questa occasione sfruttate molto bene: la copertura mediatica e social. Un esempio sono i video a tempesta postati su da chiunque su ogni piattaforma: dai terroristi, da quegli altri che pure sono terroristi ma coi soldi, dagli ostaggi, dai parenti degli ostaggi, dagli ostaggi dei parenti, da Cecilia Sala, dalla gente che va ai rave e poi scappa, dalla gente che muore, dalle tv). Tutto questo sembra comparire all’unisono, ovunque e per la prima volta. E funziona: l’hype è alle stelle, le borse crollano, la gente non sa più dove voltarsi per non guardare.
Infine la scelta di timing per questa release è stata fantastica e ha aumentato tantissimo il suo potenziale. Esce infatti in un momento molto delicato per il futuro della nostra civiltà, in cui se facciamo tutto giusto potremmo mandare ogni cosa a puttane in una manciata di anni, basta gestire l’ansia. L’onda lunga del Covid sta ormai rientrando, l'Europa è scossa da un’altra guerra fondamentale con la Russia, ed ecco che si accende a mille il medio oriente, da un giorno all’altro: destabilizzazione internazionale completa e un deciso passo in avanti verso l’estinzione.
A proposito di questo non possiamo non segnalare la pessima situazione in cui ormai si trova il riscaldamento globale. Già in enorme difficoltà di audience, dopo questi ultimi eventi il progetto perde moltissime posizioni come minaccia fondamentale alla vita sul pianeta. Nessuno ormai crede più che moriremo per la siccità, le inondazioni, i tornado, i batteri e le carestie. AI-Conflict riporta la guerra totale ad essere la protagonista indiscussa di quello che rimane del nostro futuro.
In definitiva con la presentazione di questo nuovo aggiornamento AI-Conflict si conferma ancora una volta una spanna sopra tutti gli altri nella corsa alla fine del mondo. Non soltanto per le brutture che mette puntualmente in campo, ma soprattutto come abbiamo visto per il network in cui è inserito, il sistema, è quello l’elemento speciale che rende questo progetto imbattibile: l’ecosistema AI, che quando lo conosci non riesci più a farne a meno.
In conclusione non c’è dubbio che il conflitto arabo-israeliano possa rappresentare, soprattutto in questa sua nuova veste AI-Conflict, il nuovo futuro per la fine del mondo.