Il brano che segue è estratto dal libro “La fine del mondo come abitudine” di Roberto Boccaccino, in uscita il 15 dicembre per Edizioni Fantasma. È già disponibile in pre-ordine sul sito www.edizionifantasma.com.
Non so che fai ogni notte mentre non dormi.
Me lo sono chiesto molte volte, provando a immaginarti in giro per casa. Magari un po' lavori, guardi le foto sul telefono, ti stendi di nuovo senza speranze, combatti a modo tuo il tempo che passa. I pochi minuti di sonno che pure ogni tanto riesci a mettere insieme finiscono sempre per una cosa piccola, un'ambulanza che passa lontano, un colpo di tosse di qualcuno per strada, una notifica, un brutto pensiero.
La cosa più strana delle tue notti insonni sono i miei risvegli.
«Hai dormito?» ti chiedo.
«No. Però sai cosa ho sognato?» mi rispondi.
Sono anni che mi domando come fa un’insonne a sognare così tanto. Io mi sveglio ogni mattina da un coma profondissimo, la faccia impastata, le lenzuola avvolte addosso, le parole da recuperare piano piano. E non ho sognato niente, mai. Qualche volta mi capita di ricordare di essere stato altrove durante il sonno, ma generalmente non faccio altro che ritrovarmi là dove mi sono coricato, e dove non è successo niente. È solo passato del tempo.
E invece tu dove sei stata? Tu che non hai dormito mai, e che al mattino mi racconti dei viaggi fatti, delle cose successe in posti sempre simili a quelli che conosci, ma mai veramente uguali. Stai male, te ne lamenti, eppure le tue notti non sembrano essere mai soltanto tempo perso.
La privazione del sonno può essere una tortura – tra l'altro tra le più raffinate: non lascia segni fisici evidenti, come fanno le bastonate o l'elettroshock. La gente di insonnia assoluta e totale ci impazzisce, ci muore. Nessuno non dorme mai. Anche i vampiri dormono, di giorno. Tu invece non dormi. Magari ti riposi per qualche minuto, chiudi gli occhi senza grandi aspettative, magari dopo che facciamo l'amore, oppure ogni volta che proviamo a vedere un film insieme. Ti addormenti più per convenzione che per altro.
Negli anni mi sono abituato. Eppure ancora mi domando se nella tua vita ci sia stato un trauma che non conosco (e che forse non conosci nemmeno tu), e che ti ha reso in qualche modo invulnerabile (perché di questo si tratta). Un trauma ci potrebbe stare, dopotutto è così che nascono i supereroi: la loro invulnerabilità arriva sempre da qualcosa di difficile che hanno vissuto, qualcosa che ha a che fare con la loro giovinezza. Superman è stato spedito in fasce lontano da casa per fuggire da un genocidio in corso sul suo pianeta. È cresciuto sulla Terra, orfano dei veri genitori, sapendo di essersi salvato da una morte certa. Insomma, non è che fosse proprio serenissimo. Spiderman è stato avvelenato, Hulk contaminato, e ne soffre ancora molto. Di Batman non ne parliamo proprio, è tutto un trauma: la morte violenta dei genitori, la fobia dei pipistrelli, il potere. Sono le ragioni principali per cui Bruce Wayne non si limita a comprare Gotham City – come pure potrebbe fare – ma tende a volerla salvare nel profondo, a volerla vendicare (con grande violenza) per le violenze che si è inflitta da sola. È il mio preferito.
Ho iniziato a chiederti da dove arrivasse la tua insonnia, ma non mi hai mai saputo o voluto rispondere. Così ho iniziato a chiedermelo da solo. Da dove viene l'insonnia delle persone? Ho fatto delle ricerche, ma tutto quello che ho trovato era sempre insoddisfacente, inadattabile a te. C'è sempre un punto dove cade ogni tentativo di farti calzare addosso le mie tesi, e il punto è sempre lo stesso: tu non hai mai dormito in vita tua.